Home - L’esperto risponde

L’esperto risponde

I tuoi quesiti nell’ambito del diritto del lavoro meritano la risposta di una professionista del settore.

L'esperto risponde

Il diritto del lavoro è una materia estremamente complessa ed articolata, con ampie ricadute sulla società. Le sue norme e sentenze coinvolgono ogni giorno migliaia di aziende, professionisti e lavoratori, che chiedono risposte precise ai loro quesiti.

Giovanna Riviera, grazie alla sua solida competenza e ai risultati conseguiti in anni di carriera come avvocato del lavoro, fa parte del team dei giuslavoristi de L’Esperto Risponde del Sole 24 Ore.

Risposta

La Cassazione, con l’ordinanza 18744 del 9 luglio 2024 richiamata nel quesito, si è pronunciata in merito all’ipotesi di mobilità verticale di cui alla lettera c dell’articolo 1, paragrafo II, del punto C, sezione quarta, titolo II, del Ccnl Metalmeccanici industria del 2008, nella cui formulazione era espressamente previsto che l’assegnazione avvenisse previo “accertamento” delle capacità del lavoratore di svolgere le funzioni di cui al superiore livello, e che tale accertamento sarebbe avvenuto attraverso la sperimentazione di un periodo di almeno un mese nei compiti di cui al superiore livello, decorso 18 mesi nell’espletamento delle funzioni proprie della professione. La Cassazione rilevava come, già dal dato testuale, emergesse l’assenza dell’automatismo nel passaggio di livello, essendo in primo luogo necessario un periodo di sperimentazione di 18 mesi, e il successivo accertamento dell’acquisizione delle relative competenze da parte del lavoratore. Nell’interpretazione dell’articolo citato i giudici effettuavano, altresì, il raffronto con le altre ipotesi di mobilità verticale previste dal medesimo articolo, rilevando come, anche per l’ipotesi di cui al punto d), fosse previsto l’accertamento da parte del datore di lavoro, mentre, nelle ipotesi di cui alle lettere a) e b), non vi fosse tale espressa previsione, e il mero decorso degli indicati periodi di tempo di svolgimento delle mansioni fosse sufficiente, a livello presuntivo, a produrre l’inquadramento superiore. Tanto premesso, si evidenzia che il principio dell’esclusione dell’automatismo enunciato nell’ordinanza in commento era riferibile alla lettera c) dell’articolo 1 citato, che veniva in rilievo nel caso sottoposto al vaglio della Cassazione, la cui formulazione, a fronte dei diversi rinnovi del Ccnl Metalmeccanica industria, è ora completamente difforme, sicché l’interpretazione, anche letterale, operata dalla Suprema corte non può trovare applicazione. Si rileva inoltre, che, in merito alla disciplina della mobilità verticale nel passaggio di livello da D1 a D2, nelle diverse ipotesi enucleate attualmente dal Ccnl Metalmeccanica industria all’articolo 1.2 sezione quarta, titolo II, non vi è più alcun riferimento espresso all’accertamento delle capacità del lavoratore per il passaggio di livello.

PUBBLICAZIONE COMPLETA

Risposta

La risposta a questo varia in considerazione del “momento” in cui pervengono al datore di lavoro le giustificazioni in merito all’assenza dal luogo di lavoro. Nell’ipotesi in cui si dovesse verificare l’assenza del lavoratore dipendente, seguita dalle giustificazioni presentate dallo stesso nell’arco temporale dei 15 giorni di cui al comma 7-bis dell’articolo 19 della legge 203/2024, o dei giorni previsti dal Ccnl (contratto collettivo nazionale di Lavoro), ritenute tuttavia inidonee per il datore, in via prudenziale si ritiene sia più opportuno procedere ad attivare l’iter disciplinare previsto dall’articolo 7 della legge 300/1970 (cosiddetto Statuto dei lavoratori), unitamente alla disciplina del Ccnl applicato al rapporto di lavoro. Nell’ipotesi in cui il lavoratore si assentasse dal luogo di lavoro per 15 giorni o per il lasso temporale maggiore eventualmente previsto dal Ccnl, senza fornire alcuna giustificazione al datore di lavoro – e, quindi, quest’ultimo attivasse il procedimento delineato dall’articolo 19, comma 7-bis, della legge citata –, anche qualora poi il lavoratore fornisse giustificazioni relative all’impossibilità di comunicare le ragioni della sua assenza, che il datore non ritenesse “valide”, ciò non inficerebbe, in ogni caso, il procedimento, e, pertanto, le dimissioni per fatti concludenti conserverebbero la loro validità (infatti l’Itl, Ispettorato territoriale del lavoro, coinvolto e competente territorialmente dovrebbe solo valutare l’effettiva impossibilità del prestatore di lavoro di fornire giustificazioni e non la fondatezza delle stesse). Si precisa tuttavia che residuerebbe la facoltà, in capo al dipendente, di impugnare la procedura di dimissioni per fatti concludenti avviata dal datore di lavoro (facoltà a oggi non assoggettata ad alcun vincolo temporale).

PUBBLICAZIONE COMPLETA

Risposta

Nel quesito viene chiesto se, terminati i permessi per l’allattamento, sia possibile fruire del congedo parentale a ore nella medesima giornata. I Ccnl (contratti collettivi nazionali di lavoro) del commercio disciplinano le modalità dii fruizione dei congedi parentali richiamando la normativa generale in materia (Dlgs 151/2001, testo unico su maternità e paternità), la quale stabilisce una precisa limitazione: essa, infatti, esclude la cumulabilità della fruizione oraria del congedo parentale con permessi o riposi previsti dal decreto legislativo in questione, includendo anche i riposi giornalieri di cui può beneficiare la madre durante il primo anno di età del bambino. L’Inps, nella circolare 152/2015, ha ribadito che, «per espressa previsione di legge, qualora trovi applicazione il criterio generale di fruizione del congedo parentale ad ore è esclusa la cumulabilità del congedo stesso con permessi o riposi disciplinati dal TU maternità/paternità. Il congedo ad ore, quindi, non può essere fruito nei medesimi giorni in cui il genitore fruisce di riposi giornalieri per allattamento ex articoli
39 e 40 del TU maternità/paternità».

PUBBLICAZIONE COMPLETA

Risposta

Il quesito pone il problema di comprendere se, in caso di recesso da parte del datore di lavoro in costanza del periodo di prova, questi sia tenuto a fornire una spiegazione in merito alle ragioni che lo abbiano indotto a risolvere il rapporto lavorativo, e altresì che cosa possa eventualmente fare il dipendente per tutelare le proprie ragioni…

PUBBLICAZIONE COMPLETA

Risposta

Per rispondere al quesito, occorre premettere che la qualifica di guardia particolare giurata viene riconosciuta dal prefetto, appurata la sussistenza di specifici requisiti contemplati dall’articolo 138 del Tulps (Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza, Rd 773/1931), a fronte della presentazione della domanda da parte del datore di lavoro, istituto di vigilanza o privato, del richiedente…

PUBBLICAZIONE COMPLETA

Risposta

Qualora sussista una giusta causa di licenziamento, che si sostanzia in un comportamento del lavoratore talmente grave da non consentire la prosecuzione anche solo provvisoria del rapporto e che, pertanto, autorizza il datore di lavoro al recesso immediato, gli effetti del provvedimento espulsivo si producono dal giorno stesso della contestazione dell’addebito, come si evince dall’articolo 1, comma 41, della legge 92/2012, salva tuttavia la facoltà, per il datore di lavoro, di escludere l’effetto retroattivo e, quindi, di far coincidere l’efficacia del licenziamento con la comminazione stessa del provvedimento espulsivo…

PUBBLICAZIONE COMPLETA

Risposta

Il Tfr è un elemento della retribuzione il cui pagamento dev’essere corrisposto al lavoratore alla cessazione del rapporto di lavoro (articolo 2021 del Codice Civile), e il diritto alla sua acquisizione sorge in tale momento…

 

PUBBLICAZIONE COMPLETA

Risposta

Il comma 1 dell’articolo 2070 del Codice civile, statuendo che l’appartenenza alla categoria professionale, ai fini dell’applicazione del contratto collettivo, si determina secondo l’attività…

PUBBLICAZIONE COMPLETA

Risposta

Il diritto, costituzionalmente garantito e irrinunciabile, del lavoratore alle ferie si colloca
«nel tempo che l’imprenditore stabilisce» (articolo 2109 del Codice civile). Compete
pertanto al datore di lavoro l’individuazione del periodo feriale, trattandosi di evento da
coordinare con le esigenze di svolgimento dell’attività (Cassazione civile, 25159/2014), e,
benché ciò debba avvenire tenendo conto degli interessi del prestatore di lavoro…

PUBBLICAZIONE COMPLETA

Risposta

Il coniuge di un socio accomandatario, vale a dire del socio al quale spetta
l’amministrazione della società e fanno carico “senza limiti” le responsabilità e i rischi
dell’attività sociale, può essere assunto alle dipendenze della Sas…

PUBBLICAZIONE COMPLETA

Richiedi una consulenza riservata.

Il nostro team di avvocati del lavoro è pronto a fornirti una consulenza personalizzata, con la massima riservatezza.